Semplicemente favoloso:
il lago Selvaggio sui monti di Fundres

Non vogliamo assolutamente negare la bellezza del lago di Braies. Sicuramente avrete visto migliaia di fotografie di turchesi acque, di argentee cime e della nota darsena. Un’unica pecca: il posto non è così tranquillo e idilliaco come sembra guardandolo sulle foto di Instagram. Ci sono giorni in cui il lago di Braies sembra un luogo di pellegrinaggio per influencer, ma questa è un’altra storia… Se vi piacciono i laghi di montagna, le escursioni e le storie di paura, dovete assolutamente continuare a leggere perché siamo certi che il lago Selvaggio vi affascinerà come ha affascinato noi.

Abissi, temporali e affascinanti giochi di colori

Prima di parlarvi del lago Selvaggio, vi spieghiamo dove si trova e come raggiungerlo. Partendo dal Valsegg con l’auto, o con i mezzi pubblici, si passa per Masl e Valles e si va fino alla Malga Fane – raggiungibile in 20 minuti. Da lì si continua a piedi e, dopo un’escursione di due ore e mezza su un sentiero che attraversa la gola Schramme, si va verso la Malga Pian di Làbes fino ad arrivare al lago Selvaggio, a circa 2.500 metri di altezza. Arrivati ​​in cima rimarrete a bocca aperta dallo stupore. Capita anche a noi dopo tante, tante volte, di rimanere senza fiato! È così bello, il lago Selvaggio. E così… selvaggio! Volete sapere il perché? Ne parleremo tra poco. Ora vogliamo solo fermarci e goderci questa meraviglia. Un blu così si può vedere solo ai Caraibi. La superficie – liscia come uno specchio – del lago brilla a metà tra l’azzurro e l’acquamarina. Quel che resta dell’inverno luccica di bianco latte sotto i raggi del sole. Ma quando il vento e le nuvole si avvicinano, le cose, al lago Selvaggio, si fanno davvero interessanti. Il cosiddetto “lago ruggente”, in alcune giornate, mostra il suo lato inquietante e spietato. Se vi capita di sentire un brontolio provenire dal fondale, non perdete tempo: gambe in spalla e via fino a valle! Si dice che quando il lago tuona e rimbomba… il temporale è in arrivo. E, in montagna, questo può essere pericoloso.

 

 


Spaventose storie del lago Selvaggio

In passato, a differenza di oggi, il mondo, per le persone di montagna, era magico. L’inspiegabile era causato dal tormento di alcune figure leggendarie e di esseri mistici, e gli eventi si trasformavano (passando di generazione in generazione) in una storia dalla quale bisognava trarre un insegnamento. Ancora oggi si dice che l’inquietante brontolio del lago sia un lamento disperato di un assassino che, invece di sfrigolare in purgatorio, continua a vivere nell’acqua, gelida e profonda. Un’altra variante della leggenda è questa: ai tempi di Napoleone, un contadino sparò a tre soldati francesi, nemici e invasori. Questa azione e, soprattutto, le tre anime dei soldati, non facevano dormire sereno il contadino, allora andò da un sacerdote e confessò i suoi peccati. Il sacerdote riuscì a catturare le anime e a relegarle nel lago. Ai tre francesi non piace stare laggiù e, a volte, si sente! Si dice anche che due astuti casari avessero allungato il latte con l’acqua e, per punizione, furono condannati al lago, profondo più di 40 metri. Un po’ più spassosa, ma sempre strana, è una storia sul lago Selvaggio, sui monti di Fundres, più recente: un mountain biker ruppe la sua bici e, arrabbiato, la gettò nel lago. Sapete dov’è ricomparsa? In un lago vicino a Velturno che, sorprendentemente, dista ben 40 chilometri (forse è per questo si chiama Radlsee – lago della bicicletta). Voi credete a queste storie? Non sappiamo quanto di vero ci sia in questi racconti, ma una cosa è certa: il lago Selvaggio suscita nei visitatori stupore e meraviglia. Ed è sempre incredibilmente bello.

La nostra
voce

I grandi miracoli si palesano nelle piccole cose. Ci piace fermarci e guardare da vicino. Il mondo intorno ai nostri chalet, in Alto Adige, è pieno di storie meravigliose. E siamo felici di condividerle con voi.

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degli ospiti

Onesti. Senza fronzoli. Solo esperienze reali. Qui potrete leggere cosa dicono di noi gli ospiti del Valsegg.

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